mercoledì 27 giugno 2012

Aria di Festa 2012 – San Daniele in Friuli


Se in Svizzera il verde era quello dei pittoreschi pascoli ondulati, in Friuli il verde è quello dei campi di mais bordati di lavanda…
degli immensi e ordinati vigneti che si susseguono a perdita d’occhio…
del tocco di delicata poesia di questi roseti che fanno capolino all’inizio di ogni filare …
e non importa se poi mi dicono che c’è una spiegazione logica a tutto ciò (le rose servono per segnalare eventuali attacchi di parassiti). Non m’importa. Mi piace pensare che chi ha avuto questa grande intuizione fosse anche dotato di uno spiccato senso del bello.
Come il bello che si incontra nei 120 ettari di tenuta della Cantina Pitars a San Martino!
Sono qui per un viaggio stampa.
Appunto. Sono quasi un’infiltrata. Io che non ho mai ‘stampato’ nulla di mio se non qualche foto da esibire in una mostra o ad un concorso fotografico.
Ma dato che son cresciuta a suon di prosciutto crudo e lambrusco, in conformità con la parte emiliana del mio sangue, mi trovo come a casa qui, dove, appena ti vedono, con una mano ti allungano una fetta di prosciutto e con l’altra un bicchiere di ottimo Friulano!
E’ una festa, sì, “Aria di Festa 2012”.
Anche il titolo di questa manifestazione, che è promossa e organizzata dal Consorzio del Prosciutto di San Daniele, rende l’idea di ciò che si sta svolgendo in questi giorni nel cuore del Friuli: sarà un incontro di sapori, musica ed eventi  tra cui degustazioni guidate, corsi di cucina, mostre ed esposizioni, mercati di prodotti alimentari e artigianali. Tutto questo a San Daniele un piccolo centro denso di storia e tradizioni tanto da essere considerato la ‘perla’ del Friuli anche per il suo particolare microclima. Scrive Massimo Roscia nella guida San Daniele del Friuli  (Il Turismo Culturale): “San Daniele sorge su un colle al limitare occidentale del magnifico anfiteatro morenico di origine glaciale (…)lambito dal corso del fiume Tagliamento. I terreni sono ghiaiosi e perfettamente drenanti, l’umidità è scarsa e la ventilazione gentile e costante. L’aria fredda proveniente da settentrione si mescola con l’aria calda e salmastra in arrivo dall’Adriatico (…) il corso del fiume funge da termoregolatore naturale e crea così le condizioni microclimatiche ottimali – e irriproducibili – per la stagionatura dei prosciutti.” Tutta questa naturale alchimia permette di ottenere un prosciutto inconfondibile per la sua dolcezza e il suo profumo.
Interessantissima la visita al prosciuttificio Principe dove con una guida d’eccellenza abbiamo potuto  vedere direttamente con i nostri occhi il processo produttivo in questo stabilimento all’avanguardia ma dove, ci viene spiegato, il fattore umano è ancora di fondamentale importanza. Tutte le fasi della lavorazione del prosciutto sono estremamente delicate e se in alcuni casi la tecnologia può contribuire ad alleggerire certe operazioni, è solo l’occhio, il naso e la mano del prosciuttaio che garantiscono la vera qualità del prosciutto di San Daniele. Pensiamo alla salagione della coscia  che ha bisogno di mani esperte per far si che sia completamente dissanguata…
piuttosto che la ‘stuccatura’ con la sugna, dove le mani dei prosciuttai si muovono armoniosamente quasi si trattasse di una danza …
All’interno di questa ‘festa’ si colloca la Selezione del Friulano & friends con lo scopo di decretare il migliore Friulano, Sauvignon e Pinot Grigio della produzione del Friuli Venezia Giulia. I vini partecipanti vengono giudicati da due commissioni una  che seleziona i finalisti tra le oltre 450 etichette e l’altra internazionale che ha decretato i vincitori:
Friulano 2011 dell’azienda Toros (Doc Collio)
Pinot grigio Gris 2010 dell’azienda Lis Neris (Doc Friuli Colli Orientali)
Sauvignon “Ronco delle mele” 2011 dell’azienda Venica & Venica (Doc Collio)
Sul palco di Aria di Festa si è svolta la premiazione dei vincitori con una madrina d’eccezione, Eleonora Daniele, conduttrice di Linea Verde su Rai 1. Eccola nel rituale taglio del prosciutto!
I vincitori sono stati premiati con dei bellissimi mosaici della Scuola di mosaico di Spilimbergo (PN), fiore all’occhiello dell’Italia intera.
La scuola infatti nella sua veste didattica e produttiva realizza importanti lavori musivi in tutto il mondo come i mosaici nel Foro Italico di Roma, o quelli del Santo Sepolcro a Gerusalemme nel secondo dopoguerra, fino ad arrivare al pannello di 36 metri per 4 realizzato per Ground Zero a New York. Entrando in questa scuola e ascoltando il racconto appassionato e pieno di orgoglio del suo presidente, Alido Gerussi, non si può che restare affascinati e rapiti. Se siete interessati la scuola organizza visite e corsi brevi anche durante il periodo estivo. Vi consiglio di visitare il loro sito dove troverete tante curiosità.


All’interno di Aria di Festa 2012 si è collocata la presentazione della guida dal titolo “San Daniele del Friuli – Una storia di gusto” della linea Il Turismo Culturale (Vanni Editore). Location ideale la bellissima chiesa di S.Antonio Abate a San Daniele considerata la cappella sistina del Friuli per il suo imponente ciclo di  affreschi eseguiti tra il 1498 e il 1522 da Martino da Udine e uno degli esempi più importanti dell’arte rinascimentale in Friuli. (fonte: San Daniele del Friuli. Una storia di gusto).
Sono intervenuti l’editore e direttore Luciano Vanni, l’assessore alla cultura del Comune di San Daniele, Flavia Rizzato, Davide Lorigliola titolare di “Studio Terre da Inventare” e Massimo Roscia scrittore, giornalista e coordinatore editoriale.

Il Turismo Culturale è un progetto innovativo per la promozione e la valorizzazione del territorio perchè propone una nuova idea di  turismo sostenibile. Pensate che il 5% del ricavato dalla vendita della guida viene offerto per il recupero o il restauro di un monumento del territorio.
L’ho sfogliata, mi sono soffermata su alcuni articoli, sulle belle foto, sulla carta importante. Ho cominciato a leggerla. Rispetto alle asettiche guide a cui siamo abituati qui si sente la passione per l’incontro con  la cultura, il territorio, la tradizione, la lingua friulana. Si sente l’emozione che nasce dal confronto con le persone che vengono raccontate. E’ questo che Massimo Roscia ha voluto sottolineare durante il suo intervento. E’ la presenza fortissima del lato umano che salta fuori appena si inizia a leggere la guida  che con onestà e serietà ‘racconta’ San Daniele.

Ho conosciuto molte persone durante questo viaggio e mi porto a casa tante belle chiacchierate. Una in particolare mi ha divertito moltissimo, quella sul ‘torpedone’ del ritorno dove ho scoperto il fascino delle parole dimenticate grazie a Paolo Stefanato giornalista de Il Giornale che tra le tante cose di cui si occupa, cura una rubrica dal titolo Il Rigattiere di Parole sul sito del quotidiano.
Per chiudere, vorrei parlarvi di Enrico Turloni
un giovane giornalista di Radio Onde Furlane (direttore Mauro Missana) l’unica radio a trasmettere per il 70% in lingua friulana e che da quasi 30 anni cerca di valorizzare e tutelare il territorio, le lingue e le culture della regione. In Friuli la trovate sulle frequenze di 90Mhz. E’ stata  recensita addirittura dalla guida del Touring Club Italiano che ha sottolineato soprattutto il fatto che è una delle rare radio libere sopravvissute in Italia che svolge un’importante opera di coesione tra le tante culture presenti nel territorio, in seguito alla forte ondata di immigrazione da paesi stranieri, attraverso una attenta programmazione dedicata alle tematiche sociali, ambientali e culturali.
Mandi, mandi! (trad.  dal friulano: ciao ciao)
la vostra Pippi
Occhiolino
p.s. lunghissimo lo so…..
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martedì 19 giugno 2012

“Cosa c’è nel tuo frigo? Una birra e….” Involtini di lonza alla birra con melanzane ed Emmentaler

Aspetta, seduta su quelle dune mosse … il mare, che non è solo suo adesso, le fa compagnia.  Perduta tra la sabbia e il cielo aspetta…e pensa…

…quella mano sul suo cuore che batteva forte… come colto alla sprovvista da una emozione inaspettata, quasi negata… ma presente e viva.

Viva. Lei si sente viva.

Con la lingua fuori

Estate tempo di mare, di sole, di freschezza…..di birra!

Non mi sorprende che da una ricerca Ipso dal titolo “ Gli Italiani e  la birra 2012” sia emerso che nei nostri frigoriferi, dopo l’acqua, la birra fosse la bevanda più presente…nel mio a dir la verità…c’è più birra che acqua…..

Assobirra ha quindi pensato di indire una iniziativa molto divertente ed interessante allo stesso tempo: “Cosa c’è nel tuo frigo? Una birra e…” per testare i gusti alimentari di sei profili di nuova famiglia italiana e consigliare grazie a Bruno Barbieri e Sandra Salerno nuovi abbinamenti tra quello che troviamo nei nostri frigoriferi e la birra.

Io amo bere la birra soprattutto quando il mio piatto è a base di carne, in questo caso ho scelto la lonza di maiale e l’Emmentaler che mi sono portata a casa direttamente dalla Svizzera!

Ingredienti:

sei fette di lonza

100 gr di Emmentaler dop

1 melanzana

timo fresco

1/2 bicchiere di birra chiara

olio extravergine

sale pepe q.b.

Procedimento:

Lavate le melanzane e tagliatele a fette di 1/2 cm di spessore. Cuocetele per pochi minuti da entrambi i lati su una piastra, sistematele su un piatto e conditele con un filo di buon olio, un pizzico di sale e delle foglioline di timo fresco.

Tagliate l’Emmentaler in bastoncini lunghi più o meno come la fettina di carne.

Mettete ogni fettina di lonza tra due fogli di carta forno e battetele  delicatamente per appiattirle. Salate,pepate ricoprite la fetta di carne con una fetta di melanzana e un bastoncino di Emmentaler.

Arrotolate la carne e chiudete con un pezzetto di cordoncino alimentare.

In una padella antiaderente fate rosolare gli involtini con un filo d’olio

Bagnateli con la birra chiara e continuate la cottura per una ventina di minuti con il coperchio chiuso rigirandoli ogni tanto. Regolate di sale e pepe.

Durante la cottura un pò di formaggio si scioglierà. Prima di servire gli involtini raccogliete il sughetto di cottura nel bicchiere di un mixer ed emulsionatelo con dell’olio extravergine. Poi con due cucchiaini fate delle piccole quenelle  e servitele insieme agli involtini.

In questi primi giorni di caldo intenso, due involtini a testa, una bella un’insalata croccante e un bicchiere di birra rappresentano una cena leggera e confortevole. Apparecchiate bene la vostra tavola ma con semplicità, magari in terrazza o in giardino, ma va bene anche la cucina che è sempre accogliente, basta una finestra spalancata sul mondo e godetevi queste serate tiepide… senza fretta…

è rimasto un fiore di lavanda….. Sorriso

Alla prossima

la vostra Pippi

Arcobaleno

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venerdì 15 giugno 2012

Cena in Bianco di Torino: Insalata di polpo arance e menta

Oggi il mondo dei foodblogger si tinge di bianco!!!!

Siamo al fatidico giorno  per il foodblogger/flashmob! Sulle orme della Cena In Bianco di Torino, Maricler di Thechefisonthetable e Antonella di The Kitchen of fashion, hanno lanciato questa divertente iniziativa per noi blogger del food…. come non accettare immediatamente?

Chi però desidera partecipare all’evento di Torino può mandare una mail a cenainbiancoditorino@gmail.com  e prenotarsi un posto in prima fila !

Rosa rossa

Metti una sera di giugno, una di quelle tiepide e profumate sere di giugno.

Metti due ragazzine magre magre come due acciughe, compagne nella squadra di ginnastica ritmica della scuola, metti che si perdano di vista per qualche anno e si ritrovino con qualche curva in più ma come se non fosse passato nemmeno un secondo. Metti che una delle due è da sempre è appassionata di moda, cucina e vino e che ha aperto una piccola ma deliziosa Cyberia che si chiama ‘Dieci‘ nel cuore della città, metti che l’altra, non so ancora come, è diventata una foodblogger e per giunta fotografa, che fin da ragazzina ha amato e quasi invidiato i vestiti dell’altra, che non può star lontana dal cibo e che ultimamente si sta avvicinando al mondo del vino. 

A tutto questo aggiungici un giovane uomo pieno di passione per la terra, la sua bellissima terra nel Friuli, che adora mangiare bene ed ha una vera passione per il vino e che per questo motivo ha deciso quattro anni fa di dedicarsi alla sua azienda vinicola biologica: Villa Job.

Metti che doveva essere un semplice caffé nel locale di Renata e che invece si è trasformato in una serata speciale, fatta di piccoli e deliziosi spuntini, assaggi di vini preziosi, racconti, aneddoti, risate… due amiche da sempre e un giovane uomo con tante cose in comune. 

(In tutto questo c’è pure lo zampino di Carlo Vischi)

Da quella serata indimenticabile…a cui ne è seguita un’altra, questa volta allargata ad amici, amiche e mariti vari, è nata l’idea di questa ricetta che mi ha ‘regalato’ Renata splendidamente abbinata al vino di Alessandro Job.

Ingredienti:

800 gr polpo fresco pulito

2 arance

insalatina valeriana

100 gr di noci sgusciate

100 gr di olive taggiasche

due rametti di menta

olio extravergine

pepe bianco

sale integrale di Cervia

Procedimento:

Fate lessare il polpo in acqua bollente lasciandolo raffreddare nella sua acqua oppure, come ho fatto io, cuocetelo in pentola a pressione con due spicchi d’aglio, un bicchiere di vino bianco e mezzo bicchiere d’acqua per 15 minuti. Eliminate le ventose e tagliatelo a pezzetti.

Preparatre un’emulsione con il succo di un’arancia, un pizzico di sale, il pepe bianco e olio extravergine …

aggiungete le foglie di menta tritate grossolanamente…

Utilizzate questa emulsione per marinare il polpo per qualche ora. Pelate a vivo l’altra arancia e dividetela a spicchi che poi utilizzerete per decorare il piatto.

Nel piatto fate una base di valeriana su cui adagerete l’insalata di polpo…

distribuendo sopra alcuni gherigli di noci e le olive taggiasche.

Accompagnamento perfetto a questo piatto è il Pinot Grigio Villa Job da uve da agricoltura biologica, profumato di fiori di campo con un gusto avvolgente che dona una giusta freschezza.

Vi aspetto????

A presto

la vostra Pippi

Rosa rossa

p.s. per chi volesse andare a trovare Renata nella sua bella Cyberia ‘Dieci’ si può recare a Massa in piazza del Mercato o telefonare al 339/1794813 o visitare il suo sito www.diecicyberia.it.

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domenica 10 giugno 2012

Crostata di mandorle cioccolato e sherry… ovvero: a merenda da Pippi!

Quelle persiane color lavanda….. i mobili tinti di bianco, le tende impalpabili…i giardini, sì quei giardini pieni, pieni di fiori…

I miei occhi hanno bisogno di vedere  quei colori pastello, il mio naso ha bisogno di sentirne il profumo.

La Provenza mi innamora. L’immagine romantica che ho di lei mi è dentro come un  filtro attraverso cui guardare tutto ciò che mi sta intorno…

Ho circondato la mia casa di cespugli di lavanda che si popolano di api durante l’estate e penso al miele che faranno chissà dove…

Ci sono i fiori d’angelo con i petali candidi e delicatissimi che sembrano una nuvola in fondo al giardino.

La rosa antica di fianco all’orto cresce da sola senza bisogno di noi.

I cespugli di ortensie così rigogliosi regalano fiori per tutta la stagione che sono belli anche seccati a testa in giù, al buio, prima che sfioriscano.

Ci sono le tre grandi magnolie con quelle foglie lucide di un verde intenso che si ricoprono di fiori profumatissimi.

E poi ancora le ginestre, il corbezzolo, la spirea, la kerria, la forstizia…..

Le mie piante…i miei fiori.

Il mio piccolo angolo di Provenza.

(Impenitente romantica dentro….)

Sorriso

Sulla mia tavola non può mai mancare un bouquet profumato. Basta un vasetto di vetro come quello del miele, un nastrino, pochi fiori freschi…

e un pò di amore in quello che si fa e tutto diventa speciale, anche una semplice merenda con una fetta di crostata e una tazzina di caffé…da Pippi!

Vi aspetto???

Una merenda per due che si trasforma in un pomeriggio pieno di amici….?

Prepariamo la frolla:

Procedimento:

Per prima cosa riducete con un cutter le mandorle in farina aggiungendo un cucchiaio dello zucchero dedicato alla frolla

In una ciotola mettete la farina setacciata con il lievito, lo zucchero, la farina di mandorle e la buccia di limone grattugiata mescolate bene. Aggiungete il burro a pezzettini e cominciate a sfarinarlo con le mani in modo da ottenere un composto sbriciolato. Unire a questo punto le uova una alla volta. Negli ingredienti ho messo 2 o 3 uova perchè a seconda di quanto sono grandi o piccole cambia la quantità. Vi consiglio di aggiungerne due, unire lo Sherry e se l’impasto è ancora troppo duro aggiungere  un altro uovo. Una volta che la pasta frolla è pronta avvolgetela in carta velina  e riponete in frigorifero per un’oretta a far riposare.

Prepariamo la farcia:

In una ciotola mettete il cioccolato con il bicchiere di latte a fondere a bagnomaria oppure  come ho fatto io, mettelo nel microonde facendo attenzione in questo caso a non  lasciarlo per troppi minuti altrimenti fate un disastro. Dato che ho un microonde piuttosto datato e non mi fido più di lui…. io do due o tre minuti alla volta e controllo mescolo e rimetto dentro Sorriso

deve diventare così…

A questo punto aggiungete lo zucchero e mescolate bene in modo che si sciolga nel cioccolato fuso ancora caldo…

Unite lo Sherry e alcune ciliegine…. se le avete quelle sotto spirito….ma vanno bene anche quelle sciroppate…. Occhiolino

Stendete la frolla in un disco non troppo sottile e foderate uno stampo di 26 cm di diametro che avrete prima spennellato che del burro. Eliminate la pasta in eccesso passando il mattarello lungo il bordo dello stampo e bucherellate il fondo della pasta con una forchetta.

Versate il composto di cioccolato e  ciliegie sciroppate (mi raccomando ciliegie denocciolate)

Con la pasta avanzata realizzate delle strisce per completare la copertura della nostra crostata.

Mettete in forno a 160° (nel mio che è esagerato nel vostro regolatevi come fate di solito) e cuocete 30 minuti circa.

Lasciate raffreddare prima di servire…

Per completare l’opera e dare un tocco di colore mentre la servivo ho aggiunto qualche ciliegina in più…

Vi adoro. Tutti……perché se siete arrivati fin qui, senza stancarvi, senza annoiarvi, dopo questo post lunghissimo  meritate un premio!  La mia lavanda per voi…

Alla prossima

la vostra Pippi

Occhiolino

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